News & Eventi

Era il 1896 quando il chimico svedese Svante Arrhenius dimostrò che la temperatura globale cambia in funzione dell’aumento dei livelli di CO2. Da allora, sono notevoli le scoperte a supporto di questa teoria e dei cambiamenti climatici che hanno cambiato il nostro modo di stare sulla Terra.

Non è un caso che il tema della sostenibilità si trovi al centro di numerose politiche ambientali europee, che da anni cercano di costringere le Pubbliche Amministrazioni ad adattarsi a misure sempre più stringenti e dai target ben definiti. Di Nzeb, Green Deal e Fit455 ne parlavamo in questo articolo; oggi andremo invece a porre il focus della discussione sul ruolo della Pubblica Amministrazione come vettore del cambiamento, verso una gestione sempre più intelligente dei consumi energici, per un mondo sempre più sostenibile.

La PA, come ribadito più volte durante l’evento Smart Energy Management 4 Smart PA, promosso dalla Scuola Nazionale Servizi e Master "Gestione e Valorizzazione Patrimoni Immobiliari Urbani" tenuto presso La Sapienza Università di Roma, non deve però solamente adattarsi alle regolamentazioni proposte da misure quali PNIEC, GPP, PNRR, Next Generation UE e Agenda 2030, ma anche e soprattutto incentivare l’educazione del singolo cittadino attraverso comportamenti virtuosi: questo perché l’energia è la principale causa del cambiamento climatico che, ad oggi, rappresenta più del 50% delle emissioni globali di gas serra (fonte ONU).

Emissioni edifici

Un esempio può essere l’iniziativa del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, movimento europeo con l'intenzione di offrire ai cittadini migliori qualità di vita. I firmatari del Patto si impegnano ad adottare un approccio integrato alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici; inoltre sono tenuti a sviluppare, entro i primi due anni dall’adesione, un Piano d'Azione per il Clima e l’Energia Sostenibile con l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030 e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici.

Un caso studio di rilevanza, citato dal sindaco di Castel Maggiore (BO) Belinda Gottardi, è quello della città Heidelbergla prima in Germania ad aver introdotto nel 1992 un concetto di protezione del clima a livello comunale. Nel corso dei decenni ha lavorato per guadagnarsi una reputazione europea e internazionale come sostenitrice dell'ambiente e della sostenibilità; tanto che, da aprile 2022, rientra nella classifica delle 100 città intelligenti e a impatto climatico zero, selezionate dalla Commissione Europea per realizzare la strategia di riduzione delle emissioni entro il 2030.

Heidelberg_Bahnstadt_1_1.jpgVista di uno dei tre asili nido di Bahnstadt e di una delle piazze principali, "Schwetzinger Terasse" | Foto credit: Stadt Heidelberg/Ralf Bermich

Tra le misure adottate da Heidelberg, comune di circa 160'000 abitanti, troviamo:

  • Trasformazione dei rifiuti organici per ottenere un compost di alta qualità
  • Misure di isolamento delle abitazioni e raccolta per il riutilizzo dell'acqua piovana
  • Iniziative comunitarie come le pulizie di primavera
  • Programmi di sensibilizzazione tra cui l'evento Natürlich Heidelberg
  • Educazione alla sostenibilità nelle scuole
  • Realizzazione del più grande progetto al mondo di casa passiva nel quartiere Bahnstadt, dove tutti i bisogni di riscaldamento ed elettricità sono coperti da fonti rinnovabili.

Come espone Kadri Simson - commissaria europea all'energia - gli edifici sono i più grandi energivori in Europa, utilizzano il 40% di energia e producono il 36% di emissioni di gas serra, perché la maggior parte degli immobili nell'Unione Europea non sono efficienti e ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. E se in Giappone l’età media delle costruzioni è di 27 anni, i dati ISTAT delineano un parco nazionale immobiliare a dir poco sconfortante: oltre il 60% degli edifici esistenti ha più di 50 anni e quasi l'80% è stato costruito prima del 1990, secondo criteri progettuali, costruttivi e norme tecniche che non consentono il rispetto degli attuali standard minimi di efficienza energetica.

smart city blog

Una stima CONSIP su base dati del MISE risalente al 2019 attesta che la spesa per i consumi dei patrimoni immobiliari e urbani della PA italiana supera i 9 miliardi €/anno, mentre l’indice di consumo energetico si attesta a circa 200kwh/m²/anno (stando ad una stima del Programma BRITA IN PUBS UE), superando la media dei patrimoni pubblici di altri Paesi europei. Nonostante i programmi di intervento correttivo, promossi in fattispecie nell’ultimo decennio, la situazione attuale non è più sostenibile in presenza di un contesto ambientale, economico e geopolitico reso ancor più critico a seguito del conflitto russo/ucraino, e che impone politiche e interventi di drastico efficientamento e risparmio energetico.

Consumo e produzione sostenibili mirano a fare di più e meglio, con meno.

ONU | OBIETTIVO 13 - AGENDA 2030

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